Con Hamas (come con i nazisti) non si può trattare: sono nemici del genere umano, da neutralizzare ad ogni costo

Una sera di qualche settimana fa ho avuto un’accesa discussione con un’isterica che riproponeva i soliti cliché della sinistra radicale ignorante: “Israele occupa la Palestina da 75 anni”, “gli israeliani massacrano i bambini di Gaza” ed altre balle inascoltabili: a questo punto, visto che la capacità di ragionamento della mia interlocutrice era pari a zero, mi sono divertito nel dirle dolosamente cose estreme dall’altra parte che non pensavo – e che non penso – del tipo “bomba atomica su Gaza” ed altre cose simili con l’intenzione di farla gridare ancor di più, per poi chiudere la conference call.

Ora, al di là del singolo episodio, la cosa più raccapricciante che sento ripetutamente è che Hamas il 7 ottobre ha fatto “solo” milleduecento morti, mentre Israele a Gaza ne avrebbe fatti oltre diecimila sino ad ora.

Troppo spesso nei talk politici viene sottolineata l’evidente disparità numerica dei morti civili fra israeliani ed abitanti di Gaza, comunicando velatamente il falso concetto che chi provoca più morti (in questo caso Israele) ha torto, e pertanto ha ragione Hamas che di morti ne ha fatti solo milleduecento.

Crediamo che gli Alleati, quando combatterono per sconfiggere il Nazismo, si fecero scrupoli su quanti civili sarebbero morti sotto le bombe? Non se ne fecero, perché il Nazismo doveva essere abbattuto costi quel che costi.

Se guardiamo i dati, la Germania nazista ebbe 2,1 milioni di vittime civili, mentre il Regno Unito ne ebbe poco più di novantamila: questo per caso sta a significare che i nazisti avessero ragione ed i britannici torto? Ovviamente no.

Nonostante l’ovvietà che ogni singola vita umana sia sacra e che non dovrebbe essere spezzata, i morti non sono tutti uguali: ad esempio, la morte di una persona che corre, inciampa e sbatte la testa ha un significato profondamente diverso dalla morte di una persona uccisa in modo abietto.

Pertanto, bisogna fare un sereno distinguo fra le vittime civili che ha subito Israele e quelle di Gaza.

Il 7 ottobre gli stessi terroristi di Hamas hanno documentato cose orribili avvenute ai danni dei civili israeliani: donne incinte sventrate, donne stuprate alle quali è stato spezzato il bacino, neonati dati alle fiamme, figli uccisi davanti ai loro genitori e viceversa.

La strage dell’autostrada: Hamas uccide un automobilista inerme e getta via il cadavere.

Hamas aveva come target i civili, e li ha ammazzati in quanto ebrei. E credo che l’abbiano fatto in un modo persino più brutale degli stessi nazisti, perché ci sono anche differenze nell’uccidere: il 7 ottobre il bersaglio erano i civili, mentre invece per Israele il bersaglio è Hamas. Ma quei codardi utilizzano i loro stessi concittadini come scudi umani: lo sappiamo da decenni, ed è la verità. Israele vuole giustamente uccidere i terroristi di Hamas e, se questi usano i civili come scudi umani, sono purtroppo danni collaterali e non uccisioni intenzionali.

Fa venire ancor più l’orticaria sentir dire dai soliti ciarlatani che “bisogna trattare con Hamas”, “bisogna fare il cessate il fuoco”. Al sentire di queste idiozie mi viene in mente ciò che disse la leggendaria Golda Meir, primo ministro israeliano durante la guerra dello Yom Kippur: “come si può trattare con un nemico che ti vuole morto?”

Perché, non dimentichiamolo, Hamas ha nel proprio statuto la distruzione di Israele.

“Historia Magistra Vitae”, come diceva Cicerone. Durante la seconda guerra mondiale, numerosi furono i tentativi di trattativa e di mediazione con la Germania nazista: ne era convinto Lord Halifax, Ministro degli Esteri britannico dal 1938 al 1940 sotto Chamberlain, fautore di una politica di appeasement verso Hitler, credendo ciecamente che la diplomazia potesse ricondurre l’espansione della Germania.

Anche la Russia sovietica si illuse di poter venire a patti con Hitler, ed i russi ci provarono con il patto Molotov-Ribbentrop, salvo poi avere avuto un tentativo di invasione, sventato dai sovietici lasciando letteralmente la terra bruciata.

Numerosi poi sono stati gli attentati alla vita di Hitler, tutti miseramente falliti, dai quali Hitler è sopravvissuto sempre misteriosamente illeso.

Winston Churchill fu uno fra i primi ad aver capito che con Hitler non si poteva trattare, che Hitler e i Nazisti dovevano essere neutralizzati a qualsiasi costo: ci volle una guerra mondiale con il sacrificio di milioni di morti per raggiungere quell’obiettivo.

Quello che troppi nel nostro Occidente non hanno ancora capito è che nemmeno con i terroristi Nazisti di Hamas si può trattare: anche loro devono essere neutralizzati come si fece con in Nazisti, costi quel che costi.

E non importa quanti danni collaterali fra i civili di Gaza ci saranno. Non importa quante donne e bambini palestinesi moriranno come scudi umani di Hamas che proteggono con i loro corpi le installazioni terroristiche sotterrane.

Ogni anno, durante la Giornata della Memoria, con una straordinaria ipocrisia i sinistri nostrani gridano tutti in coro “mai più” alla Shoah, salvo poi fischiare ogni volta la brigata ebraica al corteo del 25 aprile, nonché gridare “Free Palestine” (leggi: Forza Hamas) in quegli squallidi cortei che abbiamo visto in tutta il mondo nonostante la macelleria di Hamas del 7 ottobre.

Gli ebrei di Israele, quel “mai più” lo capiscono molto bene, e lo applicano di conseguenza: durante il Nazismo gli ebrei erano totalmente disarmati e non si poterono difendere in alcun modo dai Nazisti, ma oggi Israele è armata fino ai denti e non permetterà “mai più” che gli ebrei vengano sterminati.

Se, per neutralizzare Hamas, gli israeliani dovranno trasformare Gaza in un parcheggio, lo faranno. Ed avranno ragione a farlo.

Mai più. Questa volta veramente. Mai più ebrei uccisi.

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