COVID: Malan prende a pugni Draghi in Senato
Duro intervento del Senatore di FdI contro il Governo che schiaccia e umilia Parlamento e Costituzione con il pretesto della cosiddetta emergenza COVID
È avvenuto stamattina in Senato, dove il Sen. Lucio Malan (FdI) nei miseri 19 minuti di seduta in Aula ha denunciato la situazione di “una Costituzione scavalcata e di un Parlamento azzerato, beffato e insultato”, dichiarando altresì che “ora i mass media di regime stanno preparando la strada per un ulteriore, pauroso decreto, con misure allucinanti, che viene annunciato per il 5 o il 7 gennaio”, nella totale impossibilità del Parlamento di esprimersi in merito nonché opponendosi al metodo sistematico in merito a “tutte le misure che vengono giorno per giorno introdotte, auspicate e imposte attraverso i media, quando Paesi che hanno maggiore rispetto per la loro Costituzione, che pure non è scritta (come nel caso del Regno Unito), stanno abolendo le poche restrizioni che avevano”.
Il Senatore Malan, raggiunto telefonicamente, ha altresì aggiunto ulteriori dichiarazioni:
“Il governo non può continuare a prendere decisioni gravi e molto importanti rispetto alla vita e alle libertà costituzionali dei cittadini senza per di più dare delle spiegazioni: non le dà né il governo né i componenti dei vari comitati, task force, comitato tecnico scientifico i quali , auditi dal Senato, non hanno in gran parte risposto alle domande fondamentali che venivano loro poste. Questa è una cosa inaccettabile, antiscientifica, che va contro gli interessi dei cittadini, oltre che contro le istituzioni”.
Premesso che è inaccettabile che lo Stato si ponga in mezzo al rapporto che una persona ha con il proprio medico di famiglia, e che è altresì inaccettabile che lo Stato mi imponga dei trattamenti sanitari surrettiziamente obbligatori scavalcando il medico di famiglia, come si può superare questa prevaricazione?
“Quando c’è una prevaricazione, già si crea una grave ferita nel tessuto istituzionale e sociale che c’è in un Paese. I rimedi sono di opporsi a questo modo di fare in tutti i modi possibili che le istituzioni consentono, ad esempio attraverso esposti e denunce su casi evidenti di conculcazione di diritti addirittura al di là delle già discutibili leggi: per esempio, la legge non impone di sospendere dal servizio e dallo stipendio gli appartenenti alle Forze dell’Ordine non vaccinati, in quanto la vaccinazione anti COVID dovrebbe essere un requisito necessario per prestare servizio, ma una poliziotta in gravidanza o un poliziotto in ferie o in malattia per altre ragioni, non vaccinati, non devono prestare alcun servizio mentre invece vengono sospesi dal servizio e dallo stipendio nonostante il Ministro Lamorgese abbia negato questa circostanza in audizione Senato, un vero e proprio abuso. E credo che le vittime di questo possano adire a vie legali, per le quali non ci si può fidare al cento per cento – una cosa è aver ragione, un’altra è farsela dare – però questo strumento esiste. E poi l’opinione pubblica, che si spera abbia ancora un qualche peso”.
Ricordiamo il grande Abraham Lincoln: “puoi ingannare molte persone per poco tempo oppure poche persone per lungo tempo, ma non puoi ingannare tutti per sempre”.
“E si spera sempre che coloro i quali hanno coscienza di ciò che sta accadendo, in qualche modo si facciano sentire ed informino altri, perché con la cultura dell’emergenza – soprattutto veicolata dai mainstream media – si rischia di avvallare qualsiasi cosa. Ossia, in nome dell’emergenza – attraverso la quale nella storia si sono sempre perse le libertà, durante un’emergenza vera o inventata o esagerata – si trova sempre chi giustifica il fatto che le libertà costituzionalmente garantite siano un ingombro”.