Usa: l’accusatrice di Biden, Tara Reade, intervistata in esclusiva per la prima volta in Italia a La Zanzara

Joe Biden, attuale presidente Usa, in una delle sue migliori espressioni

L’intervista è stata concessa allo show radiofonico “La Zanzara”, condotto dal flamboyant Giuseppe Cruciani e dal più apparentemente guardingo David Parenzo, per poi essere riportata da tutti i quotidiani nazionali.

Il caso di Tara Reade esplose nel 2020 durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali Usa, con un’intervista che lei rilasciò alla celeberrima anchor di NBC Megyn Kelly (ex Fox News).

Del caso in questione, in Italia se ne parlò poco o nulla, senza alcun clamore particolare. A parte gli articoli del Corriere della Sera, Il Foglio e Il Post, passati pressoché inosservati, la faccenda non arrivò mai nelle trasmissioni televisive mainstream di prima serata a differenza di altri casi simili qui da noi ampiamente trattati nel corso degli anni come quelli di Monica Lewinski e Asia Argento.

I fatti risalgono al 1993, quando l’attuale Presidente Usa Joe Biden era Senatore del Delaware e Reade lavorava per lui in Senato come membro del suo staff. 

Reade – ventenne all’epoca dei fatti – riferisce che, nell’istante in cui gli portò una borsa per la palestra, Biden si sarebbe avventato su di lei sbattendola contro un muro, avrebbe tentato di baciarla e la avrebbe penetrata con le dita nelle parti intime. Il tutto sarebbe avvenuto nell’edificio di Capitol Hill, a Washington DC. Biden avrebbe avuto indosso uno sgradevole odore di chimico, simile a quello del lavaggio a secco, un odore di vecchio.

Del resto, Joe Biden è stato spesso criticato in passato per i suoi atteggiamenti giudicati troppo disinvolti verso il gentil sesso, anche purtroppo verso le bambine.

Incalzata da Cruciani – da sempre perplesso sulle accuse tardive di violenza da parte di presunte vittime a decenni dopo i fatti – Reade chiarifica che, per timore, non si rivolse subito alla Polizia di Washington, bensì depositò tempestivamente un report ai suoi superiori seguendo il protocollo del suo datore di lavoro (il Senato Usa) per le vittime di molestie sessuali: quel documento, depositato all’epoca dei fatti, esiste ancora ma è segregato per volere di Joe Biden.

A seguito di quel report, la carriera professionale di Reade fu letteralmente disintegrata.

Da quando nel 2020 Reade si è esposta riferendo durante la campagna elettorale la violenza subita nel 1993, dice di aver ricevuto varie minacce di morte, ora per fortuna placatesi.

Reade afferma inoltre che altre sette donne si sarebbero fatte avanti per denunciare le molestie sessuali ricevute da Biden nel corso degli anni, e ce ne sarebbero anche ulteriori due che non si farebbero avanti per timore.

Qualora i Repubblicani vincessero le elezioni del Mid-Term del 2022, Reade è sicura che il suo report del 1993 costituirebbe condizione sufficiente per aprire un’inchiesta da parte del Congresso Usa.

Reade lamenta l’ipocrisia del movimento “Me Too” – di fatto schierato con l’élite DEM – che ignorò totalmente il suo caso, a differenza di ciò che fecero ad esempio con le presunte vittime di Harvey Weinstein.

Secondo Reade, i Democratici proteggono sistematicamente i predatori sessuali appartenenti alla loro parte politica – Bill Clinton, Jeffrey Epstein, Andrew Cuomo e Joe Biden – ipocritamente gettando addosso ai Repubblicani qualsiasi nefandezza senza guardare quelle in casa propria.

Nell’intervista, Reade non si risparmia nei confronti di Biden, definendolo bugiardo, misogino, e razzista: l’ombra di se stesso, parato dietro ai suoi soldi e al suo potere. Con gravi problemi cognitivi oramai palesi a tutti.

Secondo la sua opinione, ad uno stupratore non dovrebbe essere concesso di guidare gli Stati Uniti.

Reade coglie anche l’occasione di commentare la politica estera americana, affermando che l’amministrazione Biden sta cercando di condurre l’America in guerra, cosa che nessuno vuole in questo momento.

Degni di nota, infine, i suoi apprezzamenti per Silvio Berlusconi – per il quale si augura che possa diventare il prossimo Presidente della Repubblica – in quanto nel 2001 egli fece sforzi profusi affinché la Russia di Putin entrasse nella NATO, sforzi volti a creare un miglior equilibrio nel mondo: Reade ha dedicato a Berlusconi una parte del suo primo libro “Left Out: When the Truth Doesn’t Fit In”, pubblicato a ottobre 2020 ed edito in lingua inglese da TVGuestpert Publishing.

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